
Villa A. e le sue catacombe – Piemonte 08.05.2022
Piemonte – 08.05.2022
Ambra ed io ci troviamo già in Piemonte, abbiamo nella mattinata esplorato, non senza meraviglia la magnifica Villa C. e ci accingiamo a rintracciare ora, un’altro gioiello dell’architettura barocca.
Terminata nel 1603 su ordine del suo proprietario il marchese di A., la villa, nel corso degli anni subì profonde trasformazioni tese ad dargli un aspetto più romantico, come voleva la moda di quei tempi.
Cambiò molte proprietari, sempre di alto rango sociale, marchesi, principi e lord inglesi.
Edificio splendido, ispirò lo scrittore David Herbert Lawrence che fù ospite in tale edificio, ove nei capitoli XII e XIII del suo libro “Aaron’s Rod”descrive tale residenza.
Nel febbraio del 2022 la villa è stata oggetto di tre incendi dolosi nel giro di pochi giorni, che hanno danneggiato il sottotetto e causato il crollo del soffitto di alcune stanze, spingendo la soprintendenza del Piemonte ad esigere dalla proprietà, interventi di messa in sicurezza dell’edificio e di contrasto alle intrusioni, non escludendo l’esproprio in caso di ulteriori inadempienze
Seguendo le annotazioni delle nostre ricerche fatte in precedenza, localizziamo la proprietà.
Un panino al volo mangiato su di una panchina e che l’esplorazione abbia inizio.
Avvicinandoci all’edificio, non possiamo far a meno di notare lo splendido parco, ed arroccata sul fianco della collina eccola. Ambra ed io ci guardiamo, è veramente un capolavoro dell’architettura barocca.
Un acre odore di bruciato ammorba l’aria, l’ultimo incendio doloso che ne ha devastato una parte del retro e fatto crollare una parte delle stanze tra cui il salone attiguo a quello principale, ha creato danni incalcolabili al patrimonio artistico.
Entriamo non certo senza una sensazione di reverenza, nell’atrio immenso, una fuga di colonne sorregge un soffitto finemente decorato.
In fondo all’immenso ingresso /salone si scorge lo scalone d’onore che conduce al piano nobile.
Decidiamo prima di salire, di visitare le cantine e se possibile quelle che nel film “Le te madri” il regista Dario Argento, utilizzo come “catacombe” e porta degli inferi.
E proprio, nel buio delle scale che conducevano alle “catacombe”, causa l’acqua utilizzata per spegnere gli incendi, io scivolai sul fango e mi feci a ruzzoloni le scale finendo sul pavimento completamente infangato di questo buio antro. Ambra mi aiutò a rialzarmi e con qualche sbucciatura e contusione, l’esplorazione continua. Camminiamo sul corridoio che unisce la villa alla chiesetta, sotto di noi le serre.
Nella chiesa troviamo inequivocabili segni di “satanismo”.
Passiamo al piano nobile, lo scalone e la volta riccamente e finemente decorato denota l’importanza delle famiglie che la abitarono, salito lo scalone, davanti a noi il crollo dei soffitti, macerie, inframmezzate ad antichi stucchi e preziosi affreschi.
Entriamo nel salone principale e rimaniamo a bocca aperta, altorilievi, affreschi, statue, soffitti altissimi , il tutto, in contrapposizione con atti vandalici, scritte e degrado.
Terminata la visita usciamo non senza un pò di malinconia.
Un luogo talmente bello ed in una posizione magnifica, orgoglio di generazioni di famiglie, ridotto in uno stato di rovina così ampio nel giro di poco tempo per opera di vandali e piromani.
Riprendiamo la strada verso casa.
I chilometri sono tanti, un’altra bellissima giornata di amicizia vera ed esplorazione se ne è andata.
Il tempo passa in fretta quando si sta bene assieme.
SCD TEAM
Ambra e bruno nel viaggio.













