9 Maggio 2021 giornata di ricordi.

9 Maggio 2021 giornata di ricordi.

Maggio 9, 2021 4 di Bruno Ghirarduzzi

Apriamo una bottiglia di Bonarda…

Non siamo bevitori di vino, ma quest’ultimo, ci ricorda una bellissima esplorazione in Piemonte. Mi cade l’occhio sulla cantina di produzione e da lì nasce un ricordo. ..Codevilla..(PV).

I luoghi della mia infanzia, colline, campi, una libertà che forse pochi bambini di 6 anni hanno vissuto e che ringrazio di aver potuto vivere.

Vado su Google Maps, ricerco i luoghi a me cari e da dietro una recinzione immensa, immersa in un bosco di pini ed altri alberi ,rivedo la prima villetta dei mie nonni.

La villa è enorme, cosi come lo stabilimento di biscotti di un famoso marchio , di cui, mio nonno Mario era il braccio destro del proprietario. Ricordo l’umiltà di mio nonno, il suo essere” per bene”, senza falsità,mettendo gli altri avanti a se stesso, …Vorrei in qualche modo essere come lui…ma non lo sono.

Ne parlo ad Ambra, lei senza nemmeno pensarci ,comprendendo la mia voglia di rivedere quei luoghi e condividerli con lei, mi dice semplicemente.” andiamo Bruno…”

Partiamo una domenica, è il 9 maggio 2021, sono 160/170 km, possiamo finalmente varcare i confini dell’Emilia..

Arriviamo a Montebello, l’emozione mi gioca un brutto scherzo, ricerco luoghi nella memoria che non trovo

Ambra mi segue in silenzio, le colline sono bellissime, almeno ai miei occhi di bimbo; una colazione e poi mi accorgo che in realtà i ricordi si riferivano a Genestrello, una piccolissima frazione a 1 km piu’ avanti; la chiesa di Don Bruno, l’albergo in cui abbiamo soggiornato per un anno,( in attesa della costruzione della prima villetta e dello stabilimento). Non nascondo una certa frenesia di arrivare a destinazione.

Ambra capisce e mi segue, percorriamo l’ultimo km., ed ecco la recinzione..immensa anche agli occhi di un bambino adulto.

Dentro la recinzione tutto è come ricordo, solo sommerso da alberi ed erba alta,. Fuori nulla .

La piccola cappelletta che faceva parte della bellissima Cascina Mirabella ora abbattuta, ha dato spazio ad un orrido e moderno centro commerciale.

Il tempo passa inesorabile, Pierina la nonna della mia mia amica d’infanzia, Bertino suo padre, la stessa Patrizia di un mese più giovane di me, non ci sono più. Resta sua mamma Pinuccia ,ma di lei non so più nulla, se non che dopo la morte di Patrizia, tutto venne ceduto.

Ambra osserva ed ascolta i miei ricordi, la ringrazio per questo VIAGGIO nel tempo.

Entriamo nella prima villetta, le racconto alcuni aneddoti percorrendone le stanze.

Lei capisce il mio stato d’animo, un misto di ricordi e consapevolezza di un tempo passato seppur vivido e tangibile.

Poi passiamo alla seconda villa, la ricordavo immensa,

Ed è immensa.!!!

900 mq a piano, ancora quasi intatta , nonostante l’abbandono, il salone immenso ,dove nel 1970, guardavo la tv a colori sui canali svizzeri.

In Italia il colore non esisteva ancora. le camere, le casseforti, due ancora inviolate, ed una aperta, l’appartamento del custode, 2 vecchi stivali da equitazione, il grande porticato, un giardino ora trasformatosi in un bosco.

Ringrazio Ambra per essermi stata vicina Ogni cm, ogni metro di quell’immenso luogo, è fonte di ricordi, Le racconto della casa dei “legnetti” e di tutto ciò che ha rappresentato quel luogo per me.

Dopo aver percorso quello che era il sentiero tra la villa e lo stabilimento, entriamo. Spazi immensi, vuoti carichi di ricordi, che vorrei trasmettere ad Ambra ma vivranno nella mia mente,e nella mia anima. Entriamo prima nell’ufficio di mio padre, poi in quello di mio nonno Mario, ricordo i camion Giallo/Rossi entrare nel piazzale, ricordo il mio barboncino gigante nero Kish, gli scherzi che faceva alla nonna Elvira, ricordo la buonissima e paziente cagnolina Lilla.

Tanti ricordi, forse troppi, usciamo da dove siamo entrati. Non sono emozionato, ma sento di aver fatto la cosa giusta a tornare, condividendo questo, con la persona a me più cara.

Pranziamo, in un luogo che non riconosco più, costruito sulla cascina fortificata che ha dato il nome a quel luogo. Ripenso alla sala da pranzo della vecchia villa della cascina, dove la la Pinuccia, non faceva mai entrare nessuno, perchè voleva che tutto fosse in ordine, per gli ospiti(8 che mai sono giunti9, ricordo il pozzo, le lampade a petrolio( perchè la corrente si fermava al di là della strada).

Dalla villa di mio nonno, dallo stabilimento,la strada faceva da confine tra i comuni..

Grazie Ambra per aver condiviso questo momento con me.

Ambra e Bruno nel viaggio.

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