
Chiapporato Paesi fantasma
17.07.2023
E’ una calda domenica di luglio, Ambra ed io decidiamo di andare a visitare uno dei tanti paesi “fantasma” che ancora sorgono sul nostro appennino.
Colazione come di rito, in un piccolo bar sulle colline bolognesi e procediamo verso la nostra destinazione.
Tra blocchi stradali per riparazioni del manto stradale e indicazioni non sempre chiare, si fa un po’ tardi.
Decidiamo pertanto di chiedere informazioni presso un piccolo bar/negozio, ove la gestrice gentilmente ci fornisce le indicazioni esatte per arrivare a destino, oltre a prepararci 6 tigelle farcite e 2 bottiglie d’acqua, dato l’orario pranzeremo al sacco.
Seguendo le indicazioni forniteci, arriviamo finalmente al bivio ove un cartello in legno riporta il nome “Chiapporato”, parcheggiamo e da lì inizia il “Trekking”.
Il paese è raggiungibile solo a piedi, percorrendo un bellissimo sentiero sterrato, tra boschi e ardue salite e ripide discese.
La natura è padrona, bellissime farfalle ci accompagnano, ed ogni tanto troviamo un po’ di refrigerio tra I boschi meravigliosi che ci circondano, il rumore della civiltà è lontano.
Qualche cenno sul Borgo:
Chiapporato, sorge a 856 m s.l.m. immerso nelle foreste dell’Appennino tosco-emiliano in prossimità del confine con la Toscana, sulle pendici occidentali del monte Calvi .
Il borgo è di origine cinquecentesca, abitato a lungo da carbonai, pastori e boscaioli, ma il nome viene viene citato già nel 1145 in quanto vi sorgeva l’abbazia di San Salvatore in Vaiano.
Il piccolo abitato, in buona parte diroccato, emana il fascino di un mondo oramai perduto.
Un antico lavatoio, il forno, alcune grate in ferro battuto sui ruderi delle case riportano a date lontane.
La chiesa di san Giovanni Battista, sovrasta il piccolo paesino, venne restaurata nel 2005, con la speranza vana di dare vita ad un recupero del paese.
Caratteristico è l’adiacente piccolo cimitero del 1847.
L’abitato venne completamente abbandonato nel 2014, con la scomparsa dell’unica anziana abitante.
Arriviamo finalmente in vista del paese, un antico lavatoio sorge sotto le fronde fitte di alberi antichi.
L’acqua è gelida ed è un ristoro data la temperatura, sono le 13.30 di una giornata caldissima.
Iniziamo l’esplorazione, tra i vari ruderi resiste ancora in discrete condizioni un’abitazione, sulla porta una grata in ferro battuto riporta 1927.
Una vecchia cucina economica, un divano logoro, un camino con ancora dei prodotti alimentari, appoggiati sulla mensola.
Al piano superiore i vecchi letti, una piccola foto o santino appeso al muro, stanze piccole dai muri spessi, ci sorge spontanea la domanda di come facessero a vivere così isolati dal mondo, l’elettricità arrivò a Chiapporato solo nel 2005.
Ma erano altri tempi, molto diversi dai nostri, ma non per questo peggiori.
Riprendiamo il cammino vi sono parecchi chilometri da percorrere per arrivare all’auto, poi un paio d’ore d’auto.
Arriviamo a Modena portandoci dietro il ricordo di una bella giornata passata in compagnai di noi e di un piccolo paese dimenticato tra i monti.
Ambra e bruno nel viaggio.
SCD Team
LINK FAI :
https://fondoambiente.it/luoghi/chiapporato?ldc





