L’Orfanatrofio – Piemonte

L’Orfanatrofio – Piemonte

Gennaio 15, 2023 0 di Ambra Turra

15 gennaio 2023- Piemonte.

Un nuovo anno carico di promesse, di aspettative di sogni e progetti da realizzare, sempre con quella fretta, con quell’ansia di vivere tutti gli aspetti della quotidianità e di ricominciare a viaggiare con Bruno, attraverso quei luoghi ancora inesplorati da noi, e che nei mesi passati ci eravamo ripromessi di visitare.

Ed eccoci qui.

Direzione : Piemonte, cosi “magico, misterioso”.

C’è freddo oggi, forse più del solito.. Dopo qualche ora di macchina, la colazione, il nostro rito di quasi 5 anni d’amicizia dà il via alle nostre giornate “urbex”.

Questa volta staremo via un paio di giornate. Siamo riusciti ad incastrare i nostri impegni per visitare Torino e limitrofi .

Prima di giungere a Torino (città che scopriremo estremamente intricata da girare per noi comuni mortali), ci fermiamo qui.

Uno dei tanti ex orfanatrofi presenti in Italia.

Un breve cenno storico: L’orfanatrofio S. G. fu realizzato dall’”Istituto Pubblico di Beneficenza ed Assistenza”, nato da un lascito testamentario del Monsignor Lorenzo Casalegno. La sede attuale dell’orfanatrofio fu creata a seguito dell’acquisto di alcuni terreni comunali. l’intento era quello di creare una sede più grande e meglio attrezzata di quella precedente per gli ospiti dell’Istituto. L’Orfanatrofio S. G. fu inaugurato il 28 ottobre 1933, ma iniziò la sua funzione solamente nel 1935, e si proponeva di “gestire e promuovere attività residenziali e territoriali a favore di minori in stato di difficoltà ed emarginazione psico-sociale ed educativa, nonché la promozione e gestione di attività residenziali e territoriali a favore di soggetti disabili per handicap psico-fisico, secondo lo spirito cristiano e le intenzioni del suo fondatore”. L’orfanatrofio ha funzionato per molti anni, ma è poi entrato in una crisi economica tale, da non poter perseguire più gli scopi per cui era stato fondato. Ha chiuso i battenti nel 1989 e da allora è rimasto pressoché abbandonato.

Lo scenario che ci appare, assomiglia ad ogni luogo dimenticato e presenta le tante caratteristiche simili agli altri posti: finestre rotte, porte divelte, saracinesche che resistono miracolosamente ed incomprensibilmente al tempo che passa, che vola, che non da tregua a nessuno, che divora la vita di ognuno di noi in modi differenti, con alcuni più generosamente, con altri meno.

A volte mi lamento del nulla, delle mie insoddisfazioni, delle frustrazioni che accompagnano lo stato d’animo del momento, della rabbia, dei rancori di quei sogni che prendono polvere in quel cassetto sigillato, nei meandri del mio cuore, poi però arrivi qui, in questi luoghi in cui la vita, la tristezza sono ancora tangibili.

La vulnerabilità dei bambini dimenticati la percepisci ancora, dietro quei muri che crollano al mio passaggio, quei vetri che avranno raccolto le ditate dei piccoli orfani in attesa dell’arrivo dei genitori adottivi o di qualcuno in grado di amarli profondamente. Entriamo ed incontriamo Arianna e Francesco, 2 ragazzi che ricercano come noi, l’emozione, la conoscenza attraverso i video che pubblicheranno in rete. A noi interessa maggiormente la fotografia, l’attimo catturato di un mondo che si è sgretolato lentamente-

Passeggiamo, tra i corridoi , accarezziamo i muri in silenzio proprio per dar spazio alle emozioni che inesorabilmente affiorano ed accompagnano ogni singolo scatto.

L’ abbandono è la mia cura..

Foto di repertorio

Ambra e Bruno nel viaggio

15 gennaio 2023

Piemonte