Toscana – Una giornata caldissima alle ville S-
E’ il 16 luglio 2022, il caldo opprimente un poco ci scoraggia, ma la voglia di passare una bella giornata assieme e dar vita ad un’esplorazione molto interessante prevalgono. Ambra ed io decidiamo di evitare le autostrade dato il periodo di forte traffico e partiamo alla volta della nostra meta, valicando gli appennini. Il viaggio scorre abbastanza velocemente ed in breve ci ritroviamo a Montese, un delizioso paese situato ad 804 mt s/m. Una sosta è d’obbligo. Colazione al bar “Cafè Brasil”, gestito da due sorridenti signore, una visita al castello del paese per poi ripartire-
Seguiamo il navigatore e dopo aver percorso vari chilometri ci ritroviamo a transitare per il paese di “Pavana”, eremo di Francesco Guccini. Tra un sorriso ed una battuta di Ambra, il mio sguardo corre verso il bar del paese, nella vana speranza di intravedere la figura del “Maestrone”. Iniziamo ad intravedere la vegetazione tipica della Toscana, alberi di ulivi e le ultime colline, e finalmente arriviamo. Ambra ed io alziamo lo sguardo ed ecco la nostra destinazione. Padroneggia la vallata e la città, è ancora più suggestiva di come la avevamo immaginata. Come di consueto senza danneggiare nulla, troviamo un varco per entrare nell’immenso parco. Mentre saliamo verso la sommità della collina incontriamo altri due “Urbex” di Milano e nasce una simpatica conversazione.
Una breve storia del luogo che ci accingiamo a visitare: La decisione fu del dottor A. S. medico operante, che decise a metà del XIX secolo di acquistare due ville. I motivi, secondo molti, sono da ritrovarsi nella malattia neuropsichiatrica di uno dei figli. Il dottor S. aveva, infatti, intenzione di dedicare l’allora piccolo complesso di ville, alla cura del ragazzo e di coloro che soffrivano di disturbi simili riconoscendo al dolce pendio pistoiese un effetto ristoratore sulla mente dei malati. Il numero dei malati andava via via crescendo costringendo la famiglia S. ad edificare nuove strutture aumentando cosi la capienza di quel che stava diventando a tutti gli effetti, un manicomio. Con l’aumentare delle dimensioni e del numero di pazienti aumentava anche la sua fama. Molte delle più facoltose famiglie italiane mandavano in cura i propri malati alle ville S. in grado di garantire un certo livello di riservatezza. Ne è un esempio Severino Ferrari, poeta e critico letterario, amico fraterno di Pascoli e allievo di Carducci. Si spegnerà il 24 dicembre 1905 proprio tra le mura delle ville. La fama dell’ospedale non attira solo “grandi” pazienti ma anche grandi dottori e studiosi. Ricordiamo per esempio Cesare Lombroso, padre delle moderna criminologia, che ha lavorato per la famiglia S.
Dopo la morte del dottor S. la gestione del manicomio passò al figlio Nino che nel 1920 la lasciò a dei privati. L’intero complesso venne poi acquistato dal comune di Pistoia a metà del XX secolo. Da questo momento il manicomio non ebbe lunga vita in quanto nel 1978 venne chiuso in seguito alla legge Basaglia, legge che regolamentava il trattamento sanitario obbligatorio imponendo la totale chiusura dei manicomi sul suolo italico. Dopo il 1978 le ville S. vennero adibite ad altri trattamenti sanitari anche se con il passare del tempo vennero chiuse gradualmente una ad una portandole allo stato di abbandono in cui versano oggi.
Arriviamo finalmente sulla cima della collina, il caldo è torrido.
Sulla sommità, troviamo una vastità di edifici abbandonati, da quanto letto precedentemente, sono 25. Costruzioni antiche, ed anche piu’ recenti tutte in totale degrado.
Dopo un giro panoramico, Ambra ed io ci concentriamo sulla villa principale, che dopo qualche peripezia iniziale riusciamo a localizzare.
La villa è bellissima per quanto in totale abbandono, dal giardino si gode una visione bellissima della città sottostante. Seguiamo un piccolo viottolo tra gli alti palmizi, ed arriviamo al punto di accesso. Entrare, in questo caso non è semplicissimo ma, vi si accede e come sempre senza manomettere nulla, lasciando esattamente le cose come le si trovano. E’ abbastanza buio al piano inferiore, ci aiutiamo con una lampada da illuminazione fotografica. Sulle pareti troviamo dipinti, un’infinità di disegni infantili.
Ci emozionano molto. Saliamo al piano superiore ed un magnifico salone con altezza di due piani, affrescato finemente ci accoglie. E’ incantevole. Procediamo nell’esplorazione ed in alcune stanze troviamo delle vecchie barelle ed oggetti di uso medico, nonché una scala che ci porta all’ultimo piano, ovviamente saliamo. Siamo sui corridoi superiori del salone, ma visto lo stato in cui versano non ci azzardiamo a percorrerli.
Troviamo una porta che accede ad un terrazzo, ed ad una stanza aperta sul giardino con grandi colonne, ci sediamo sul muretto, lo spettacolo che vi può ammirare da lassù vale tutto il caldo della giornata.
Scendiamo e decidiamo di cercare una via d’uscita meno complicata. Percorrendo i sotterranei della villa sbuchiamo in una costruzione al di fuori del parco, abbiamo trovato l’uscita.
Ambra guarda verso l’alto e un piccolo animale pende dal soffitto, un pipistrello, animale carino certamente, ma che non le è particolarmente simpatico. Ci allontaniamo velocemente. Una volta usciti dal parco, la ricerca di un luogo ove pranzare è d’obbligo.
Troviamo, nonostante l’ora un ottimo ristorante ove si pranza veramente bene. Sarà la temperatura ma l’acqua fresca e frizzante che ci hanno servito finisce in un attimo. Riprendiamo la via verso Modena.
Un’altra giornata bellissima, fatta di esplorazione, avventura ed amicizia.
Ambra e Bruno nel viaggio – SCD Team
molto bello il racconto, belle foto
Grazie Mavy per la visita.